lunedì 12 agosto 2013

I miei fratelli

Io, grazie al cielo, ho solo un fratello di sangue che ha sette anni più di me, fa il nutrizionista ma è un puro osservante dell'onestà intellettuale e pertanto è un nutrizionista povero. Ma del resto la purezza ci accomuna e la povertà quasi.
Invece gli altri miei fratelli sono personaggi scomposti e scorbutici, quasi mai in sintonia tra loro, spesso alle mani.
Non sono molti, sebbene sembrano volersi riprodurre di continuo tra loro, ma sono tosti.
Fino a poco tempo fa, diciamo un paio di anni, li ho tenuti a bada: ora non riesco più.
Evidentemente le forze mi sono venute meno.
Il più stronzo di tutti è quello masochista.
Quello per cui non solo il bicchiere è mezzo vuoto ma è perfino bucato sul fondo ed è stato leccato da un sieropositivo all'ultimo stadio.
E' il più prepotente della famiglia.
Spesso ci lascia fuori di casa tutti. Crede di essere il solo con il diritto di sapere le cose, di deciderle, di manifestarle.
E' tanto feroce nel suo linguaggio, da convincerci della nostra inettitudine.
Ci sussurra nelle orecchie di continuo che ci sono cose giuste e cose sbagliate ma quelle giuste non ce le fa emergere mai
perchè, dice lui,  quelle sono solo la normalità e la normalità non si esalta. E può perfino essere precaria.
Lui lavora sulle cose sbagliate ,e per lui, tutto è sbagliato perchè se fosse giusto non se ne dovrebbe neppure parlare ma visto che gli tocca di parlarne, è per forza sbagliato.
Pensa che era quello che a quindici anni voleva farmi terminare la vita su questa terra. E come insisteva! Sei una nullità, diceva,
non sei buono a nulla, che ci fai qui!
Pensa che qualche volta voleva farmi prendere il treno ma mica come passeggero, no no, come respingente, come carne trita sotto le ruote ferrate. E' stronzo ma come tutti gli stronzi se la fa sotto se qualcuno lo prende di petto. E così per molto tempo se ne è stato bravino, ogni tanto ne diceva una delle sue, poi tornava al suo posto, silente ma progettuale lavorava sul colpo di teatro finale.
E quasi ci riesce.
E' lui che sta lavorandomi ai fianchi come non mai negli ultimi due anni. E' ritornato a farmi pensare al treno, alle corde annodate, a gesti ultimi.
Ma per fortuna, questa volta, gli altri fratelli provano mettersi nel mezzo. E probabilmente, un po' tutti insieme, qualcosa riusciremo a fare e magari far provare a lui l'effetto tritacarne delle ruote ferrate.

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