martedì 22 gennaio 2013

I piedi



Guardo le foto del tuo fidanzato, che hai messo su facebook, e penso le mani, deve trattarsi delle mani. C'ho fatto caso, ha delle belle mani, il tuo fidanzato. Io no. Dev’essere per questo che stai con lui e non con me. Che se avessi delle belle mani magari sarebbe tutto diverso, magari lo avresti lasciato e adesso staresti già con me. Solo che non ce l’ho, le belle mani.
Ho dei bei piedi, ma mica è la stessa cosa. Che i piedi per la maggior parte dell'anno sono coperti, li vedi solo d'estate. Autunno, primavera e inverno stanno chiusi nelle scarpe, i piedi. E puoi anche aver delle belle scarpe, ma non è la stessa cosa, non vale, quelle possono comunque comprarsele tutti. Troppo facile.
Così io ho questo problema, che la parte migliore di me sono i miei piedi, ma di gran lunga proprio. Io, le ragazze che ho avuto: sempre d’estate. Per via del fatto che mi si vedono i piedi, d’estate.
E d’estate quanti complimenti che si sono presi; me li hanno sempre fatti, le mie fidanzate. Che bei piedi, dicevano, come sono carini, come sono simpatici. Piedini li hanno chiamati, piedi buffi. Che buffo, in tutte le sue variazioni e declinazioni, è una parola, ve lo dico nel caso non lo sapeste, che quando te la dice una ragazza, quello che ti sta dicendo in realtà è: sono disponibile, e a dirla tutta molto interessata, a venire a letto con te.
A fare due conti, molti più complimenti di me si son presi, i miei piedi. Dolci anche, li han definiti. Interessanti. Mi fanno impazzire, diceva Alice di loro.
Che poi, per carità, son tutte cose che magari me le han dette anche a me. Anche a me mi hanno detto interessante, dolce, carino. Sei buffo pure me l'hanno detto, che quelle volte lì io sempre ho pensato, E vai che si tromba!
Mi fai impazzire, diceva Alice, dopo.
Però mica solo queste cose, mi dicevano. Dopo anche Egoista, mi dicevano, egocentrico, insensibile. Stronzo mi dicevano, troppo concentrato su te stesso, non comprendi le mie esigenze, non si può fare affidamento su di te, non vuoi crescere.
Mi farai diventare pazza, diceva Alice.
Ai miei piedi invece queste cose qui non gliele hanno mica mai dette, le mie fidanzate. Nessuna che si sia incazzata con loro, che mi abbia mai urlato contro, I tuoi piedi non comprendono le mie esigenze! I tuoi piedi non vogliono crescere, soffrono della sindrome di Peter Pan!
Per forza, mi dirai, mica si può parlar male di una singola parte del corpo. Anche se ne prendi un'altra, mi dirai, se lasci i piedi e prendi in esame un'altra parte del tuo corpo, che ne so, una spalla, un ginocchio, anche in quel caso, vedrai, mi dirai, solo complimenti.
Col cazzo, ti dirò. Che ai miei occhi Giulia ha detto: sono occhi cattivi. E alla mia lingua, lingua tagliente l'hanno chiamata, che non è proprio un complimento. E i miei capelli, Stopposi e disordinati, diceva sempre Beatrice. E le gambe storte. E poi le mani, appunto, rozze, sgraziate.
E anche il mio pene, non si salva mica nemmeno lui, che Pigro! gli han detto, qualche volta, non molte, ma qualcuna si. E comunque non è una cosa carina da dire a un pene. Si deprime, per forza.
E alla fine, dopo aver detto tutte queste cose, mi lasciavano, tutte queste mie simpatiche fidanzate. Ma lasciavano me, i miei occhi cattivi, la mia lingua tagliente, il pene pigro. I miei piedi no, non sono mai stati lasciati, loro. Se li sarebbero tagliati e portati via, avessero potuto, secondo me.
Così adesso guardo queste foto del tuo fidanzato, su questo cazzo di social network e niente, sono le mani, sicuro. Ha delle belle mani, mica come queste qui che c'ho io.
E oltretutto, Merda, è gennaio, che sennò ti farei vedere i miei piedi e allora magari tutto si ribalterebbe, lo lasceresti e ti innamoreresti di me, ma come si fa? Tu nemmeno vai in piscina. E non è che si possa aspettare l'estate, che allora magari potrei venire al mare dove vai tu e mostrarti i miei piedi e tu diresti: che buffi che sono, e io penserei: bye bye stronzetto dalle mani belle!
Solo che adesso è inverno pieno e io soffro pure di questa forma di disamoratio precox, che mi innamoro facilmente, io, c'ho queste improvvise impennate d'amore, ma durano poco e se non succede subito qualcosa poi il mio innamoramento si ammoscia, sfiorisce come un giglio, per così dire.
E da qui all'estate, stai sicura, io mi sono già innamorato altre sei, sette volte come minimo, tutte a vuoto ovviamente, ma comunque te, ci puoi scommettere, non mi ricordo più nemmeno chi sei.
Peccato però, perché adesso lo so bene chi sei e ti amo davvero tanto.
Peccato che non sia estate, che io sia fatto proprio così.
Se solo fosse già estate.
Se solo avessi i piedi al posto delle mani.
Se fossi fatto in maniera completamente diversa.

lunedì 21 gennaio 2013

L'attore



L’attore si presenta nelle sua veste migliore fatta di colori ed espressioni.
Lo sguardo si intensifica, il movimento armonioso e le parole accompagnano la gestualità del corpo, donando la rapida percezione di dimensione immaginaria.
La scena si apre, appare un mondo, si recita la realtà o l’interpretazione migliore di essa.
Non ha tempo né età, tutto è fermo in un orizzonte prestabilito di ruoli e posizioni. 
Lui domina il palcoscenico, sfodera il potere di emozionare gli spettatori.
Guarda lontano e intravvede orizzonti lontani, sfida il giudizio e ripercorre col pensiero la traiettoria di una vita.
Lento e misterioso compie qualche passo, faticoso e ansimante sopporta il peso di un’intera esistenza. 
Poi all’improvviso la leggerezza, quell’aria primaverile di rinascita e armonia col mondo, meta conquistata di un lungo peregrinare, di una ricerca profonda e complicata che toglie il fiato, mette in circolo le energie e ridona quasi per magia un’esplosiva gioia di vivere.